L’ossessione per il Sushi parte dai chicchi di riso

C’è chi ha dato freno alla sua ossessione per vederne gli effetti positivi sul corpo, chi lo ha trasformato in un mosaico da comporre con i commensali, chi lo ha ordinato (e continua a farlo) per anni dal sushiman di fiducia sotto casa (i peccatori più numerosi abitano tutti in QUESTA città). Okay, il sushi è il bene primario della generazione liquida, il bene di lusso per palati banali e sopraffini, il sushi è ovunque (si parla persino di introdurlo all’interno delle mense scolastiche) e, no NON ci basta, vorremmo portarlo ANCHE a casa nostra.

Tra i fornelli (che servono pochissimo) e il banco (di prova), prima ancora di imparare a fare il sushi fatto in casa, impariamo (e studiamo) a scegliere la tipologia ad hoc per evitare effetti fallimentari e mal di pancia assicurati.

Che riso si usa per il sushi?

domandare è lecito, studiare lo è di più. Ogni tipo di riso ha le sue peculiari caratteristiche ma la scelta del miglior riso è essenziale nella preparazione del tipico piatto della cucina giapponese.

Okay, esistono diverse tipologie di riso per sushi e, seconda della forma e delle caratteristiche di cottura, si possono distinguere: il riso comune (più corposo e tondeggiante), il riso fino, il semifino e il superfino, che sono via via più sottili e affusolati. Il riso originario per sushi, il tipico riso giapponese utilizzato nel Sol Levante nella preparazione del sushi, appartiene alla varietà Japonica, che purtroppo in Italia non è per nulla facile da trovare.

E allora, qual è il miglior riso per fare il sushi “alla casalinga”? Se il sushi altro non è che una “polpettina di riso” ben amalgamata e farcita con pesce crudo di qualità, allora per renderla più compatta possibile occorre una tipologia di riso che sia davvero collosa. Un riso, insomma, che perda molto amido durante la cottura, caratteristica in grado – appunto – di rendere i chicchi assolutamente adatti alla preparazione del sushi.

Il riso comune è quello che rilascia la maggior quantità di amido durante la cottura, mentre le varietà più fini sono quelle che ne rilasciano meno. Non accontentiamoci, insomma, dal Carnaroli, dall’Ariete, dal Venere o magari dall’Arborio: per le caratteristiche di forma e di cottura il riso per sushi più adatto è proprio il comune. Che – tra l’altro – è anche la varietà meno costosa e più facile da reperire.

Tratto da:http://www.marieclaire.it/Cucina/ricette/riso-per-sushi-quale-scegliere

 

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