Shougatsu: i preparativi per il nuovo anno in giappone

In Giappone il Capodanno (Shougatsu) viene visto con particolare riguardo; i giapponesi partecipano alle “feste per dimenticare l’anno” (bonenkai) che si tengono in dicembre, e a quelle per il nuovo anno (shinnenkai) che si tengono a gennaio.

I preparativi per la festa iniziano gli ultimi giorni di dicembre, e l’atmosfera dello Shougatsu si respira fino al 7 gennaio, benché i giorni più importanti, considerati festivi, siano i primi tre giorni dell’anno (sanganichi).

Alla fine di dicembre in casa si fanno le pulizie secondo l’usanza del susuharai (letteralmente significa “togliere la fuliggine“), perché la polvere e lo sporco del vecchio anno non devono essere presenti nel nuovo; è più facile che la buona fortuna arrivi in un’abitazione pulita. Vi è poi l’usanza di porre vicino alle porte delle case e dei negozi i kadomatsu, costituiti da tre fusti di bambù con rami di pino alla base, come auspicio di felicità e fortuna.

Alle entrate dei santuari shintoisti vengono invece posti gli shime-nawa, festoni di corde di paglia che servono a tenere lontani gli spiriti maligni; posti sulle porte delle case indicano che le stesse non sono contaminate. Un altro oggetto indispensabile per il nuovo anno è il kagami-mochi, costituito da due dischi di riso: la forma circolare dei mochi rappresenta l’armonia in famiglia, e i due mochi sovrapposti indicano la sovrapposizione di un anno nuovo e felice sull’anno che sta terminando.

La sera della vigilia si mangiano i toshikoshi-soba: la soba è un tipo di spaghetti giapponesi, e viene consumata per augurare una lunga vita; si usa la soba proprio per la sua lunghezza perché, anche se sottile, e quindi anche se povera, l’importante è che la vita sia lunga. Dopo la cena le persone, vestite normalmente o con il tradizionale kimono, si avviano al tempio; taluni scelgono quello più vicino a casa, altri affrontano ore di attesa in fila per entrare in quelli più famosi.

Nel tempio, a mezzanotte, si sentono i 108 rintocchi della grande campana di bronzo che viene suonata come un gong con un grande tronco: si tratta del Joya no Kane, i 108 solenni rintocchi di fine anno. Il numero dei rintocchi non è casuale: 108 sono, secondo le credenze buddhiste, i peccati e i desideri terreni. Con l’ultimo dei rintocchi tutto il male dell’anno appena passato è come dissolto, e ci si appresta ad un nuovo inizio in cui lo spirito sia libero e incline ai buoni propositi.

Durante i primi giorni di gennaio i giapponesi si recano nei santuari shintoisti e nei templi buddhisti per l’hatsumode, ossia per pregare e chiedere la felicità per l’anno nuovo: la folla di persone che si reca ai templi, tra cui è possibile scorgere molte donne in kimono, è davvero impressionante. Al tempio i visitatori fanno piccole offerte lanciando delle monete, e fanno suonare delle campanelle per richiamare il kami, lo spirito del tempio: dopo aver battuto le mani per due volte al fine di attirare la sua attenzione, si comincia a pregare.

A metà gennaio, tutte le decorazioni usate per Capodanno (rami, piante, portafortuna di cartapesta) vengono bruciate.

Tratto dal libro Storia delle Religioni – Cina- Estremo Oriente
Via: http://sakuramagazine.com/riti-giapponesi-shougatsu-preparativi-per-il-nuovo-anno/

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