Ovunque la Sushi mania dilaga. Stasera si esce a cena? Certo! E dove si va? Al ristorante giapponese, ovvio!
Peraltro, mentre un tempo i locali di questo tipo davvero erano pochissimi, molto cari, esclusivi e di certo non alla portata di tutte le tasche, oggi, si trovano ristoranti di Sushi un po’ ovunque, molti dei quali offrono la tanto amata formula “all you can eat”.
Noi occidentali siamo soliti utilizzare l’espressione “Sushi” per indicare genericamente la cucina giapponese, ma a ben vedere questa offre molto di più!
Spesso, poi, si tende a confondere il Sushi con il Sahimi e si ritiene che ciò che generalmente gustiamo nei ristoranti nipponici qui in Italia sia esattamente quello che consumano nei paesi d’origine. Vediamo dunque di fare un po’ di chiarezza e sfatare qualche falso mito, rivelandovi alcuni piccoli segreti sul Sashimi.
Cos’è il Sashimi e in cosa differisce da Sushi
Ognuno ha i suoi gusti: c’è chi predilige le preparazioni cotte, chi quelle crude, chi preferisce il Sushi e chi il Sashimi, ma indubbiamente è quest’ultimo il gioiello di punta della cucina nipponica, quello da cui è possibile apprezzare maggiormente la qualità delle materie prime utilizzate e dal quale si evince immediatamente se ci si trova in un buon ristorante.
Se ordinate del sashimi, infatti, vi verrà servito rigorosamente pesce crudo freschissimo e tagliato a fettine molto sottili, di spessore pari a circa 5-8 mm l’una: null’altro! Accanto al pesce (mai sopra) potrete, al limite, trovare dello zenzero, dal wasabi, della salsa di soia o della salsa ponzu.
Il sushi, invece, è un’altra cosa ed in questo caso si ha a che fare con una pietanza che può prestarsi a molteplici interpretazioni. Quando si parla di Sushi vi è sempre del riso, preparato in modo particolare e condito con dell’aceto apposito; a questa base poi si accompagnano diversi tipi di ingredienti, non necessariamente crudi e peraltro non per forza solo pesce!
Va da sé che se l’idea di mangiare pesce crudo non fa per voi è bene che evitiate di ordinare del sashimi, ma nel qual caso forse non siete proprio tipi da ristorante giapponese!
Alcune curiosità sul pesce utilizzato per il Sashimi
A primo impatto verrebbe da pensare che il sashimi è un piatto estremamente semplice da preparare: infondo è solo pesce crudo!
Ovviamente il primo segreto per ottenere dell’ottimo sashimi deriva dalla qualità delle materie prime: il pesce utilizzato deve necessariamente essere freschissimo, anche per essere certi di non correre alcun pericolo per la propria salute.
Poi subentra la maestria del cuoco, è una vera e propria arte: un bravo Shokunin (così vengono chiamati i maestri di Sushi) impiega anni per il suo addestramento ed impara a scegliere, tagliare ed impiattare ogni pesce in maniera davvero unica, anche perchè tutte le fettine devono avere il medesimo spessore.
Da noi uno dei pesci più utilizzati ed apprezzati per il sashimi è il salmone, ma sappiate che qualora vi recaste in Giappone, non lo troverete, perché non essendo un pesce locale è decisamente bandito, specie nei locali più rinomati e quotati di Tokyo.
Al contrario un menzione merita invece il fugu sashimi, realizzato con il pesce palla, che ha un colore bianco quasi invisibile ed è pregiatissimo. In Italia è introvabile, anche perchè questa varietà di pesce se non viene trattata nel modo giusto è velenosissima e letale, ma in Giappone potrete gustarla!
Infine, forse, se avete provato vari ristoranti giapponesi, vi sarete accorti che il tonno non è sempre identico. Questo perché le parti che compongono un tonno sono differenti e da ciascuna è possibile ricavare un diverso tipi di sashimi, con un gusto, una consistenza, una percentuale di grasso nella carne, un colore ed un costo ben precisi.
Principalmente troviamo tre declinazioni del Maguro: l’akami è la parte più magra, più scura, nonché più economica del tonno; il chutoro o chu-toro, è un po’ chiaro e più grasso dell’akami ed un po’ più costoso; mentre l’otoro è, decisamente la parte più grassa di tute, di colore rosa chiaro, dolce e molto costosa. Attenzione: non è detto comunque detto che la parte più costosa del tonno sia la più buona: molto dipende dai gusti personali di ciascuno!